L’ARRIVO
Aereo, pioggia, treno, ancora pioggia, altro treno, cavolo quanta pioggia!, ultimo treno, devo mettere il k-way alla valigia altrimenti sarà tutto zuppo, scusi dove lo prendo un bus per il centro città? qui fuori, ma si sbrighi!, uff in tutto questo caos non trovo il portafoglio, ah eccolo! Anche tu vai al Goethe? Sì, andiamoci insieme.
No, non è finita qui, perché una volta raggiunto il Goethe-Institut, cartina alla mano abbiamo dovuto trascinarci sotto la pioggia fino al Wohnheim, dove ci aspettava una ragazza che ci avrebbe dato le chiavi delle rispettive stanze. Ah, parlo al plurale perché alla stazione ho incontrato Alba, ragazza spagnola di 21 anni che diventerà la mia compagna di risate, scherzi, serate e passeggiate. Ovviamente la mia stanza non si trovava nel Wohnheim, ma in centro, perciò ho dovuto riprendere armi e bagagli e ombrello e rimettermi in cammino. Scopro che condividerò l’appartamento con una ragazza del mio corso: si chiama Nastassia, è bielorussa e parla poco tedesco. Ed ecco che inizio a parlare involontariamente una sorta di Danglisch, del tipo: “Today werden wir… oh tut mir Leid, I can’t speak like this.” Non sto scherzando, alla fine delle due settimane sarò da ricovero.
Ci prepariamo e andiamo insieme alla cena di benvenuto che si svolge in un ristorante proprio nella via in cui abitiamo. Entriamo, notiamo un tavolo composto da persone piuttosto male assortite, e ci accomodiamo. L’insegnante, Ralf, pensionato di 72 anni con l’energia di un bambino di 12, ci accoglie calorosamente dicendoci che la cena è già pagata e abbiamo diritto a una bevanda. Sì, c’è anche il piatto vegetariano. La cena è piacevole, cominciamo a conoscerci un po’: di fronte a me c’è Ana, italoargentina di 43 anni, traduttrice e insegnante di inglese che vive a Madrid; accanto a lei Inma, spagnola di 37 anni, ingegnere delle telecomunicazioni; poi c’è Pa, svedese di età più avanzata, che è venuto fino a SHA in bici (!!!) Di fronte a lui Margarita, detta Margo, 18 anni di Mosca. Dall’altra parte del tavolo ci sono Carlos, Maria, Maiko, Reika e Alper che fanno comunella come se si conoscessero da sempre e non si vedessero da anni. Un gruppo molto misto, per età e per livello.
Ceniamo, chiacchieriamo, ma la giornata è stata eterna e siamo tutti stanchi. Dai, torniamo a casa. Ti va di fare un giro per la città prima? Ma sì, dai, perché no? Ma non c’è anima viva per le strade, solo noi e il ticchettio leggero della pioggia sull’ombrello. Meglio tornare a casa e abbracciare il cuscino.
Già, il cuscino. Merita uno spazio dedicato. Avete presente quei cuscini vaporosi ma mollicci che si trovano a volte negli alberghi? ECCO, era così. In qualsiasi modo lo girassi, soffocavo. Pugni a destra, pugni a sinistra, niente. Alla fine sono diventata talmente brava a piegarlo in modo che risultasse vagamente comodo che sembrava facessi un’origami. Beh, fosse stato a forma di cigno sarebbe stato sicuramente più confortevole.
Non ho mai desiderato così tanto buttarmi nel letto e dormire, credo. Che sonno, per ora è tut…zzz…
Consigli pratici
Se anche a voi dovesse capitare di andare a Schwäbisch Hall – che d’ora in avanti abbrevierò con SHA, per l’amor del cielo – o comunque in qualsiasi città che si debba raggiungere con il treno, se scegliete di volare con Lufthansa acquistate il biglietto del treno Rail & Fly, perché con 58 euro (A+R) potete recarvi dall’aeroporto alla destinazione e viceversa predendo ICE, regionali, S-Bahn e U-Bahn senza pagare supplementi, basta che vi stampiate il biglietto che vi arriva tramite mail ed è fatta. Avrei speso qualcosa come 200 euro di treno, quindi è decisamente conveniente.