Vi avevo lasciato promettendo una seconda parte un po’ più positiva su questa lingua tremenda 🙂 Ed eccola qui!
A pensarci bene la lingua tedesca, a differenza dell’italiano, è una lingua esplicita, una lingua…per bambini. Il nostro autore sconosciuto vi spiega perché.
“Molte nostre terminologie di settori specifici derivano dal greco e dal latino e non sono immediatamente deducibili se non già apprese. Per esempio, la parola pediatra in italiano non rimanda automaticamente al suo significato, e solo chi sa che in greco pedià vuol dire bambini lo intuisce. Il tedesco invece è chiaro e lo chiama Kinderartz, dove Artz vuol dire dottore e Kinder bambini.”
“Questo fenomeno non si manifesta solo nella terminologia specialistica, ma anche in parole di uso quotidiano. Ad esempio Kühlschrank (frigorifero), letteralmente è ‘armadio del freddo, Krankenhaus (ospedale) casa dei malati, […] Schlussverkauf è vendita finale, mentre la parola sconti in sè non suggerisce niente. “
“[…]Paradossalmente il tedesco spiega la vera natura delle cose. Quanti di voi sanno cosa sia l’anamnesi? Wiedererinnerung (ri-ricordo) lo spiega automaticamente. […] A volte sorgono delle oasi insperate, soprattutto tra i verbi: studiare si dice studieren, rispettare respektieren, riparare riparieren, rasarsi sich rasieren. Addirittura di alcuni verbi esistono due forme, delle quali quella più vicina all’italiano risulta di un registro più elevato: provare si dice versuchen, ma anche probieren, […] motivare si dice begründen, ma motivieren è più colto. […] Morale della favola, se non si sa il tedesco può succedere di capire di più la conferenza di un professore universitario che non la chiacchierata in un negozio.”
Berlino Clup Guide, di A. Bartali e T. Masi (2005)
Posso testimoniare che questi verbi ti salvano la vita spesso, soprattutto durante gli esami! Il tedesco non è certo rose e fiori, ma con alcuni accorgimenti e tanta buona volontà lo si può imparare, non è impossibile!
Artz > Arzt, tra l’altro i tedeschi amano essere precisi. E questo è risaputo. Infatti, la targa di un medico fuori allo studio non è “Dott. Schmidt”, ma è “Dott. med.” cioè Dottore in medicina, a scanso di equivoci.