Mi chiamo Marta, ho 73 anni.
Ho deciso, parto. Il 23 maggio inizio una nuova vita in Spagna, a Gran Canaria. Mi hanno detto che con la mia pensione posso vivere più che dignitosamente.
Sono andata un mese fa a vedere la nuova casa, dove vivrò con mio figlio e mia nuora, e mi piace molto. Certo, casa mia è pur sempre casa mia, ma mi abituerò, imparerò lo spagnolo e diventerò indipendente. La casa di G****** sono riuscita a darla in affitto a una giovane coppia nel giro di pochi giorni, la ragazza che è venuta a vederla mi è sembrata molto scrupolosa e mi ha fatto una buona impressione.
Da quando è morto R. non ho più molti amici. Quelli del circolo non si sono più fatti vivi e sui parenti, si sa, non si può contare.
Spero tanto che le mie due migliori amiche vengano a trovarmi, prima o poi, abbiamo una camera degli ospiti davvero graziosa. Per me sarebbe molto importante, mi aiuterebbe a sentirmi a casa.
Mia nuora è stata un tesoro, mi ha detto chiaramente che se non li avessi seguiti non avrebbero accettato il lavoro e sarebbero rimasti al mio fianco. Non potevo certo condizionare il loro futuro! Così ho deciso: parto. L’unica cosa che mi porto dietro, oltre a pochi vestiti, è il mio cane: senza di lui non vado da nessuna parte. Porterò anche le ceneri di R., cosicchè possa starmi vicino nei momenti difficili.
Sono sicura che l’isola mi piacerà. Fa caldo tutto l’anno, c’è il mare, si vive bene, ho mio figlio accanto. Che cosa voglio di più?
Andrò a fare la spesa al mercato, mi hanno detto che è conveniente e la frutta e la verdura sono buonissime. Qui in Italia, diciamocelo, molti contadini comprano ai mercati generali.
Mi chiamo Marta, ho 73 anni, e mai più avrei pensato di dover lasciare tutto alla mia veneranda età e trasferirmi all’estero. Tutta colpa di quest’Italia stanca e trasandata, di una politica vecchia che trascura i giovani e il futuro, di persone egoiste e incapaci che non pensano che al loro tornaconto.
Oggi è il mio secondo giorno a Gran Canaria, il tempo è bello, il vento mi accarezza viso e capelli, mio figlio si dà da fare a disfare le valigie e sistemare le prime cose, e mentre lo aiuto penso a R., a che cosa avrebbe fatto al mio posto, ma sono sicura che appoggerebbe la mia scelta e, in un certo senso, so che nelle carezze di questo vento posso trovare la risposta.