Da esperta pendolare quale sono – prendo il bus ogni mattina da 13 anni – mi permetto di stilare un elenco di persone tipo che s’incontrano ogni giorno sui mezzi pubblici.
Le peppie: sono le “amicone” degli autisti, lavoratrici petulanti che si siedono in prima fila e chiacchierano e starnazzano con il guido di turno senza sosta da quando salgono a quando scendono (di solito si fanno da un capolinea all’altro). Nel momento in cui le individuo cerco di sedermi il più lontano possibile da loro, per evitare di ascoltare forzatamente i loro discorsi altamente populisti e straripanti di luoghi comuni. Esiste anche una versione maschile fortunatamente più rara, che passa il tempo a “stramaledire le donne, il tempo ed il governo.”
Lo stacanovista: colui che non ha tempo da perdere e lavora al portatile anche nelle situazioni peggiori, vive con gli auricolari non per ascoltare la musica, ma per le chiamate di lavoro che arrivano in gran numero e non ha bisogno di alzare lo sguardo per capire quando è il momento di scendere, lo sa e basta. Prego sempre che riesca a salvare prima di una buca o una frenata brusca che potrebbe causare la perdita di dati preziosi.
La malata di Social Network: la ragazza che scorre Facebook e Twitter continuamente, che scrive su Whatsapp come non ci fosse un domani e, sia dannata, non toglie la suoneria, perciò fa rincoglionire mezzo pullman con i suoni insopportabili delle notifiche. A volte mi chiedo se siano sorde…
La patita di giochi online: solitamente sulla cinquantina, la patita dei giochini online è colei che si siede, si sistema, tira fuori lo smartphone e inizia a giocare a Candy Crash, Bejeweled, Farm Ville, Criminal Case e chi più ne ha più ne metta. Non distoglie lo sguardo MAI.
La “se telefonando”: in parole povere, quella che sta sempre al telefono, inizia a telefonare quando sale e smette poco prima di scendere. Chiama amiche, marito, commercialista, suocera, figlia, donna delle pulizie, ambasciatore congolese, CHIUNQUE, tanto per parlare. Normalmente non si cura di mantenere un tono di voce tale da non disturbare gli altri passeggeri, anzi, pare voglia far sapere gli affari suoi a tutti e ripete 100 volte il nome dell’interlocutore, nel caso a qualcuno fosse sfuggito che tale Serena ha appena divorziato dal marito.
Il ninfomane: è un uomo tra i 45 e i 60 anni che ne ha viste di ogni tipo, a detta sua, è malato di sesso e non lo nasconde, raccontando al conoscente/amico tutto quello che farebbe alla ragazza appena scesa e i particolari dell’avventura sfrenata dell’altra sera. Un disperato che non vede una donna dal Neolitico, insomma.
Il bello addormentato: colui che dorme profondamente, a volte russando, e la cui testa ciondola come uno yo-yo, tanto che verrebbe voglia di legarla in qualche modo al poggiatesta del sedile. Ci sono quelli che si mettono la sveglia perché rischierebbero di arrivare a Pechino, quando invece devono scendere alla Fiat, o quelli che devi scuotere altrimenti a Pechino ci arrivi tu, perché al tuo “scusi, devo scendere” non reagiscono.
Gli sboccati maleducati: ragazzini che alternano un “vaffanculo” a una bestemmia e non sanno usare il congiuntivo neanche per sbaglio. Sono soliti sedersi in fondo al pullman e fare branco, urlando come bertucce per tutta la durata del viaggio verso l’ennesima giornata inutile della loro giovane vita. Spesso cercano di salire a bordo senza biglietto, arrabbiandosi e insultando gratuitamente l’autista.
I “voglio volume”: quelli che ascoltano la musica sul cellulare senza cuffie e se ne fregano se qualcuno dorme, legge o semplicemente trova orrenda la canzone. L’ascolti e stai zitto.
L’attacca bottone: non importa chi tu sia, non importa se stai leggendo o ascoltando la musica, lui ti parla, si lamenta, cerca il tuo consenso, ti sfinisce senza lasciarti via di fuga. Il segreto è fingersi morti.
La puzzola: posso capire la sera, ma che di prima mattina certe persone puzzino come se avessero dormito in discarica è inammissibile. Esistono i deodoranti, per l’amor del cielo! E per quelli che sanno di aglio, per favore, ammazzatevi di mentine!
L’anziano traballante: poveraccio, non ne può nulla, ma mi mette sempre ansia perché come si muove rischia di cadere rovinosamente e andare in frantumi.
Sicuramente ci sono altri loschi figuri tra i pendolari, ma al momento non mi vengono in mente. La vita dei pendolari non è facile proprio perché, oltre ai disagi che comunemente s’incontrano, il contatto con gli esseri umani ne crea altri, alcuni dei quali mettono a durissima prova. A quale categoria appartengo io? A quella che si fa i cazzi suoi – anche quelli degli altri, per forza di cose – e dopo accurate riflessioni partorisce questi post di alta ricerca sociologica 😛
Io mi riconosco un po’ ne “la malata di giochi online” e il “bello” addormentato 😛 comunque ti suggerisco la “lettrice assorta”: quella che perde la fermata per non perdere il segno 😀
è vero, era nella lista, ma me lo sono fumato 😀
Ahahah troppo vero!!