Breve resoconto della giornata con finale… in umido

Ho cominciato la settimana con un sonno notevole dovuto ad un sabato notte quasi insonne, una lunga passeggiata nel bosco domenica pomeriggio, una cena con amici di famiglia in cui ho esordito con “ho lo stomaco un po’ in disordine, non ho molto appetito”, e ho ingurgitato vino bianco, rosso, spumante e pasticcini alla panna a volontà. Un fenomeno, lo ammetto. La giornata è filata abbastanza liscia, il Goethe lasciato in mano a dilettanti allo sbaraglio – un po’ come il Parlamento italiano, mi permetto di aggiungere – se l’è cavata bene, è ancora al suo posto, non è crollato nulla e non ci sono feriti. Ma la settimana è ancora lunga 😛 

Alle sei e un quarto una grandinata notevole si abbatte sul centro di Torino, con conseguenti imprecazioni da parte mia e di Margherita, che dovevamo uscire di lì a poco. Acqua che sembrava non piovesse da anni. Controllo che non entri dalla porta finestra, perché l’esperienza mi ha insegnato che il balcone pende verso l’interno, e capita che si allaghi l’ufficio…no, davvero, non sto scherzando, chi l’ha costruito aveva probabilmente una laurea in “scherzi di cattivo gusto”. Per fortuna niente acqua molesta all’interno. Dopo i check alle varie imposte esco, tanto ha quasi smesso. E qui arriva la punizione divina. Strade e marciapiedi sono cosparsi da perline di ghiaccio su cui si scivola che è una meraviglia, sembrava di essere in un film tipo “Le Comiche”, gente che scivolava, io compresa, ovunque guardassi. E poi di nuovo il diluvio. Tra il ghiaccio che si scioglieva e la pioggia violenta sembrava di attraversare una palude. Ero perplessa come Frodo mentre Gollum gli indica la via attraverso gli acquitrini: “Gli orchi non la ussano, gli orchi non la conosscono”. Vabbè, fulmini che sembra cadano nella via accanto, le scarpe zuppe d’acqua, ormai amen, non guardo nemmeno dove metto i piedi. Mi sembrava di essere già abbastanza fradicia, quando inizio a sentire gocciolarmi in testa. Mmm, ma se ho l’ombrello! Eheh, ma quando hai l’ombrello bucato come fosse uno scolapasta, è facile che ti piova in testa…no comment. Arrivo sul bus che mi vien voglia di scrollarmi l’acqua di dosso come fanno i cani, ma mi limito a sedermi con i piedi gocciolanti a penzoloni (non ci tocco, va bene, non ridete!). Tempaccio malefico, ma se non altro è stato un ritorno a casa diverso. Ritorno bagnato, ritorno fortunato? Chi può saperlo! 😀 

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