Non so voi, ma tra elementari, medie e superiori mi sono ritrovata a studiare sempre le stessa solfa di storia: e l’uomo primitivo, e i Romani, e il medioevo, e Garibaldi, e la prima guerra mondiale, e la seconda guerra mondiale, e la guerra fredda, e qualcosina di storia moderna giusto se c’era tempo. Mi sono però resa conto che non ho mai avuto l’opportunità di studiare qualcosa in più riguardante nazioni come l’America che, non per dire, ma è solo la nazione più potente del mondo, o la Cina. Siamo chiusi nel nostro ciclo storico usuale e per nulla aperti verso “altri mondi”. Beh, in fondo per questo c’è l’università.
Tutti parlano dello sterminio degli Ebrei nei campi di concentramento o degli oppositori politici rinchiusi nei gulag, ma nessuno parla dei giapponesi deportati e uccisi nei campi di concentramento improvvisati dopo Pearl Harbour. Giapponesi americani, nati e vissuti in America. D’altronde mi sembra che la politica americana sia chiara: tutti i giapponesi erano colpevoli dopo Pearl Harbour, tutti gli islamici sono colpevoli dopo l’11 settembre (si veda il campo di detenzione di Guantanamo Bay.)
Nessuno mi ha mai parlato dei nativi americani e delle loro lotte per ottenere diritti civili e essere liberi di vivere secondo le loro credenze e usanze, senza seguire l’Euroamerican way. Non dico che occorra entrare troppo nel merito delle questioni, ma almeno accennarle e, se gli studenti sono interessati, approfondirle. Non tutti sanno che i bambini dei nativi americani venivano strappati alle loro famiglie e portati nelle boarding schools gestite per la maggior parte da preti e suore, veniva loro imposta la lingua inglese insieme ad una buona dose di maltrattamenti di ogni tipo (dalle frustate agli abusi sessuali), in modo che diventassero “civili” e potessero lavorare come servi presso famiglie di bianchi. In alcune scuole sono state trovate delle tombe sotto il pavimento, contenenti corpi di ragazzine con i loro neonati, frutto delle violenze subite. Tutto questo è disgustoso.
Arrivando ai giorni nostri, non tutti sanno che in Cina, in vista delle Olimpiadi, stanno abbattendo le case della gente per costruire strutture olimpiche, lasciando i poveretti in mezzo alla strada. Non che mi stupisca.
Non tutti sanno che in Turchia la Costituzione è stata modificata per permettere alle ragazze musulmane di indossare il “foulard” – non so mai come chiamarlo- all’università, poiché era proibito; questa legge precludeva a molte donne il diritto allo studio perché non disposte a rinunciare a ciò che permetteva loro di esprimere la propria fede. Pazzesco.
Non tutti sanno che G.W. Bush ha posto il veto sul water-boarding (che consiste nel tenere la testa di un prigioniero sott’acqua per farlo parlare) in modo che nessuno possa proibirlo, in quanto non è considerato una tortura…d’altronde ho sempre messo in dubbio l’intelligenza di quell’individuo.
Infine si parla tanto dei soldati morti in Afghanistan, ma non del fatto che oltre 900 persone sono morte a causa dell’inverno, il più freddo mai registrato.
Questo è quello che mi sono persa o che i tg mi hanno fatto perdere nelle ultime settimane, mi sembra già parecchio.
Dei Gulag non si parla poi molto secondo me, delle foibe è vietato parlare. Ma non sentirai neanche parlare di stupri commessi dai partigiani. E questa è storia del tuo Paese.
Non trovo sensato dire che gli americani considerano tutti gli arabi colpevoli. In Italia d’altra parte non ne considereremmo nessuno, attentatori compresi.
Di tragedia, Darfur ad esempio, ce ne sono e ce ne saranno. Ma che i nostri soldati muoiano questo per noi lo trovo logicamente più interessante. Se mi dicono che l’anno scorso tremila pastori mongoli sono morti sotto una frana beh… come dire… chissenefrega. Miei connazionali che invece scelgono di rischiare la vita e si sacrificano, beh lo trovo più importante per me.
Sulle torture devo dire che è un argomento non così semplice come mi pare tu lo faccia sembrare: è giusto torturare un bastardo che ha piazzato una bomba per farsi dire dove? E’ giusto farsi dare i nomi dei suoi complici? Per me si, strumento da usare con cautela ma lasciando la possibilità al buon senso di giocare il suo ruolo. Il male c’è, bisogna difendersi.
Poi certo, a me i giornali fanno schifo, ma a me ormai fa schifo questo Paese.
Vero, dei Gulag non si parla in modo approfondito e nemmeno degli stupri commessi dai partigiani. Ogni paese ha i propri scheletri che preferisce non tirar fuori, e secondo me è sbagliato.
E’ anche vero che di tragedie ce ne sono troppe e che non si possono raccontare tutte al tg, ma sinceramente spesso mi sento presa in giro quando sento notizie come quella di una donna che si è fatta cadere l’armadio addosso mentre faceva la lap dance, omettendo notizie più interessanti.
Io sono contro i soldati in Afghanistan, Iraq o dovunque essi siano. Certo, non dico che gli sta bene se muoiono, in particolare se stanno aiutando la popolazione, però è un rischio che sanno di correre.
Per quanto riguarda il water-boarding, non ho detto che sia più o meno giusto, ma che non considerarlo tortura è ridicolo, in quanto È una tortura.
beh per non parlare del genocidio Armeno durante la prima guerra mondiale, ti ricordi in terza Sonia aveva appeso i documenti scaricati da internet i classe…
per quanto riguarda il “foulard” il termine giusto è Ijad…
Per federico:
non taccerei barbara di eccessivo semplicismo quando parla delle torture o di tutto ciò di cui ha parlato nell’intervento, semplicemente ha voluto inserire molte informazioni senza essere troppo prolissa.
Per i poveracci che muoiono sotto una frana…beh un po’ di sensibilità ci vuole…mi sembra eccessivo menefreghismo quello che hai detto tu in proposito…
Il “racconto” della Storia impone delle scelte. Si tratta di scelte politiche che ogni paese deve fare. L’imparzialità è impossibile…è ovvio…non possiamo ricostruire e soprattutto INTERPRETARE (perchè questo fa la Storia) con le notizie Ansa – che poi sono delle scelte pure quelle.
Io dico che è interessante ragionarci su queste scelte, e usarle come ulteriore strumento di comprensione del mondo.
L’importante è avere spirito critico.