Osservo il cielo rosso, la neve che scende veloce, ormai frettolosa e stanca dopo una giornata di duro lavoro passata a rimboccare le coperte ai prati, alle strade, ai passanti, alle auto. Tutto è ricoperto da una coltre soffice e fredda, che rallenta lo scorrere del tempo, passa la parola al silenzio che rassicura l’udito, solitamente assalito dal rumore del traffico e della frenesia. Disegno una faccina felice sui vetri del bus e il mio vicino mi guarda sorridendo, scuote la testa, io ricambio il sorriso e faccio spallucce: “che ci vuoi fare, quando nevica torno ad avere 5 anni”.
In questa isola felice che è casa mia non si sente nulla, soltanto lo scricchiolare delle mie scarpe sulla neve. Rischio di scivolare a ogni passo ma non mi interessa, sono felice, felice da morire! Grazie, neve, per la tregua dalla normalità, dalla quotidianità, dal malessere, dalla noia. Oggi solo buonumore 🙂
Bel post!
“una giornata di duro lavoro passata a rimboccare le coperte ai prati”: bello
E’ pero’ triste che cerchiamo una tregua dalla normalita’, chissa’ come si fa a… non averne bisogno
Quando la normalità non è proprio come vorremmo che fosse 🙂
Babi, che Dio ti benedica, però con la neve la Punto scivola, ho tamponato in tangenziale -.-
Mi spiace, spero niente di grave…
No, no 🙂