Di nuovo Natale

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È quasi Natale e ripenso allo scorso anno, a quando mi chiusi per sempre una porta alle spalle. Faceva freddo, era buio e quell’ultimo abbraccio prima di andarmene lasciò un gelo che, come la neve in zone d’ombra, si sciolse a primavera inoltrata.

È quasi Natale e guardo all’anno che sta per finire e ringrazio tutto il dolore, perché ha fatto di me una persona diversa, più allegra, più sicura di sé, anche se la paura a volte prende il sopravvento e ho bisogno delle sedute psichiatriche delle comari del Corso di Maglia, che sanno come affrontare le sindromi premestruali altrui agevolmente, con la consapevolezza che le prossime ad essere psicoanalizzate saranno loro. Grazie, ragazze, come sbrogliate voi le matasse non lo fa nessuno, e non parlo solamente di gomitoli di lana.

È quasi Natale e mi sono dedicata alla decorazione della casa, che consiste nell’appendere decorazioni natalizie ovunque – la renna con le calamite, però, ha il privilegio di restare appesa al lampadario di camera mia tutto l’anno – e collocare candeline in tutte le stanze, per poi accenderle appena cala il sole, cercando di ricordarmi che la fiamma ama il legno profondamente, ma non è ricambiata. Mia mamma ogni volta commenta: “Sembra di essere in un cimitero!”,  ma alla fine si rassegna. Ammetto che quest’anno ho dimenticato di comprare le candeline e sto usando quelle alla citronella, e quando qualcuno dice “ma che odore strano, non lo senti?”, cerco di glissare e cambiare argomento: “cioccolatino?”.

È quasi Natale e come ogni anno ho già iniziato a ingozzarmi di dolciumi neanche fossi un tacchino all’ingrasso per il Ringraziamento. Se volete potete mangiarmi all’Epifania, credo che mia madre stia producendo farcia per agnolotti per un esercito, quindi dovrebbe bastare. Accompagnatemi con una rossa doppio malto, è il mio ultimo desiderio.

È quasi Natale e ricordo quando ero bambina e mi sdraiavo sul divano a fissare l’albero, le lucine colorate che si accendevano e spegnevano, guardavo il loro riflesso sulla parete e sognavo a occhi aperti, solitamente con la musica in sottofondo appena regalatami. La sera, poi, pregavo mio papà di guardare con me un cartone animato. Va bene, va bene, lo faccio ancora adesso. Uffa, come siete pignoli. La tradizione è tradizione, eh!

È quasi Natale e ieri io Francesca e Stella abbiamo fatto la spesa per la festa di Natale, cercando di fare lo slalom tra le migliaia di persone presenti al supermercato, guardandoci stupite quando ci siamo rese conto che alle casse non c’era quasi nessuno. Che fa la gente, le vasche tra le corsie e poi esce senza acquisti? E comunque è stressante fare la spesa quando mezza Rivoli si riversa all’Auchan, pare d’essere a Pamplona durante la corsa dei tori, signore fuori controllo che corrono da una parte all’altra del supermercato, mentre i mariti fanno la coda al banco dei salumi. E si annoiano profondamente, vorrebbero essere in qualsiasi altro posto, glielo si legge negli occhi. In effetti mi piacerebbe molto ascoltare i pensieri degli uomini in attesa di quell’etto di prosciutto: “Che darei per essere a giocare a briscola alla bocciofila, chissà se quel cane di Tonino ha di nuovo vinto”, oppure “Al diavolo, ne prendo 3 di etti di bresaola, almeno non son stato in coda per niente”, o ancora “cheppalle, ogni Vigilia da quella strega di Tina, le si incastrasse Babbo Natale nel camino…” Sono certa che pensano cose del genere.

È quasi Natale e adoro bere il tè con i biscotti con le amiche, scambiarci gli auguri e i regalini e parlare di che cosa fa ognuno con la propria famiglia. Condividere momenti e pensieri mi riscalda l’animo e mi avvolge come una copertina di pile.

È quasi Capodanno se vado avanti così, perciò la chiudo con un’ultima mielosità: quest’anno il Natale sarà di nuovo coccoloso, dolce e romantico. E questo è il regalo più bello 🙂

 

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4 pensieri su “Di nuovo Natale

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