I passati giorni di pioggia sono stati un toccasana per il mio umore, spero ne vengano ancora molti altri…
Ovviamente sono sarcastica. Diciamo che, come le strade si allagano e i tombini s’intasano, il freddo e l’umidità mi inzuppano la mente come fosse una spugna, l’appesantiscono e credo occludano le vie dei pensieri positivi. Praticamente, il buonumore affoga, non sapendo nuotare né tanto meno stare a galla.
Ma per fortuna è arrivato il sole. Eh già, il sole che asciuga, riscalda e apre la porta alla primavera, all’ammore, ai fine settimana all’aperto, all’ottimismo. La vita torna a pulsare, la natura si risveglia e tutto si colora e profuma di buono, la gente sembra persino più simpatica e la vita è meravigliosa. Il cinguettio dei passerotti e i raggi del sole che filtrano attraverso la persiana mi danno la sveglia, il profumo di caffè che non berrò è segno che la sveglia, quella vera, sta per suonare. Anche il corpo inizia a svegliarsi: lo stomaco reclama del cibo, la vescica improvvisamente sembra debba esplodere da un momento all’altro, e il naso…il naso inizia a pizzicare nello stesso istante in cui mi accingo ad aprire gli occhi, facendomi maledire la giornata appena iniziata. Mangio colazione senza sentire alcun sapore/odore, mi lavo e mi vesto tra gli starnuti, mi trucco? ma che mi trucco a fare che peggioro soltanto la situazione, prendo l’antistaminico per la disperazione, esco per andare a prendere il pullman con gli occhi gonfi che sembra abbia pianto per giorni – ovviamente stanno tagliando l’erba in giardino (nooo, che peccato, le pratoline!) – salgo sul pullman e tutti mi guardano come fossi un’appestata, il mio tentativo di leggere fallisce miseramente perché ogni 3 righe devo soffiarmi il naso, e in tutto questo ho una voce nasale che sembro Topo Gigio e ho già consumato un pacchetto di fazzoletti di carta con sopra disegnati…dei fiori! Starnutisco per protesta. Arrivo al lavoro che sembra abbia passato la notte a lavorare in miniera.
Laura: “Non stai bene?”
Se questa è la prima domanda che qualcuno ti rivolge, è segno che non hai un aspetto sano.
Ho perso leggermente il filo, che cosa stavo dicendo? Ah, sì, che amo la primavera.